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30° Corso di introduzione alla Speleologia

Il paesaggio carsico è facilmente riconoscibile per la presenza di forme geologiche che caratterizzano questi luoghi: basti pensare ai famosi “campi solcati” (fenomeni carsici di superficie prodotti dall’erosione dell’acqua piovana) presenti nei massicci carsici in cui sorgono le grotte di “Su Bentu” e di “Sa Oche”.Ma non solo gli aspetti geologici caratterizzano l’ambiente esterno: anche le specie botaniche sono tipiche di questi luoghi. Uno scarso terreno vegetale, comune a molte aree carsiche, favorisce lo sviluppo solo di alcune specie arboree, in possesso di un apparato radicale adattato a svilupparsi prevalentemente negli strati più superficiali del terreno.Altro elemento che caratterizza queste zone è la scarsità di corsi d’acqua di superficie, che a causa della conformazione geologica del territorio viene per la maggior parte dispersa nel sottosuolo.Tale fenomeno, se da un lato ha privato la superficie esterna della formazione di corsi d’acqua, ha favorito, nel suo interno, la formazione di quei fenomeni carsici a tutti quanti ben noti.Non ultimo in questi paesaggi carsici si trovano altre testimonianze di origine non naturale, ma bensì create dalla mano dell’uomo. La presenza di antichi sentieri, carrarecce, vecchie strade di carbonai (antichi mestieri oramai scomparsi), testimonia l’opera dell’uomo, spesso incurante dei danni prodotti sull’ambiente, nell’intento di sfruttare il soprasuolo e il sottosuolo (miniere, cave, sfruttamento di falde idriche, ecc.).Fortunatamente nel nostro territorio, soprattutto in quello carsico, in questi ultimi anni sono stati avviati una serie di interventi specifici, per il recupero ed il risanamento ambientale di molte aree degradate a causa di un inteso sfruttamento del sottosuolo, ricco di preziosi minerali.Il paesaggio carsico di questi luoghi deve pertanto essere salvaguardato così come avviene per le grotte naturali presenti nel suo interno.Questa sessione, del sito internet del gruppo speleologico Specus, servirà a far conoscere agli amanti della speleologia, e non solo, quel patrimonio ambientale, unico nel suo genere, che, come dice un antico pensiero indiano, non abbiamo ereditato dai nostri padri ma ci è stato prestato dai nostri figli e da quelli che ancora dovranno nascere.
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