sono aperte le iscrizioni al
30° Corso di introduzione alla Speleologia

Siamo in cinque: Jenny, Giovanna, Antonio, Alessandro Sky ed io.L’appuntamento era per le 10 ma è comprensibile un ritardo di mezzora vista la nottata precedente a suon di pizza, birra, vino e crema catalana offerti dai Fantastici 5 (Il Pietrologo, Ziu Caredda, Ziu Jack, Ziu Antoni e per finire in bellezza, la miticissima Marinella).Si parte dopo una breve riorganizzazione delle auto che come al solito sono stracariche di viveri. Ne abbiamo per quindici giorni…non si sa mai…”e se poi cade un meteorite o, che ne so, atterrano i marziani a Buchi Arta e ci dicono che hanno un certo languorino… che fai, non gli offri un po’ di salsiccia arrosto e birra, eh!“. Trovata la soluzione del puzzle per far stare tutto nel cofano, finalmente si parte! Sosta tecnica ad Abbasanta, panino e birra giusto per uno spuntino e, d’improvviso, una spiacevole rivelazione: abbiamo la caffettiera ma non il caffè! Ci dirigiamo ordunque verso il primo supermercatino del luogo dove assieme al caffé prendiamo anche della Nutella®, qualche piatto in plastica e delle salviette intime emollienti alla camomilla. C’erano anche quelle con su scritto “profumate” ma non si è capito quale fosse la fragranza quindi, onde evitare spiacevoli inconvenienti, si è optato per la camomilla, che ha anche proprietà lenitive in caso di arrossamento delle parti. Ripartiamo e giungiamo a Buchi Arta nel primo pomeriggio. Pranziamo con due cosette: pasta al tonno, crocchette di patate, torte (salate e dolci) ecc. Satolli come coccodrilli del Cedrino ci mettiamo in marcia per una passeggiata verso i Cuiles. Il nostro intento sarebbe stato quello di raggiungere la grotta di Sos Sirios.La notte prima, dopo cena, il GP (Grande Puffo) Pippi ci aveva spiegato come raggiungere il posto MA, o non aveva fatto l’aggiornamento del suo GPS incorporato dall’ultima volta che visitò codesti luoghi, o noi eravamo annebbiati dalle esalazioni alcoliche che aleggiavano nella sala dei festeggiamenti. Io opterei più per la seconda ipotesi. Comunque, per farla breve, lì, tra tutti quei canaloni e boschetti pensili e pietraie varie non ci capivamo più una mazza.Allora, in cresta ad una canalone, chiamo il soccorso:  -“Pronto Pippi?”;-“Ciao Paolo, come va, dove siete”?;-“Siamo in cima ad un canalone ma qui non si capisce dove si deve proseguire”;-“Mi…akhietjad....il…one”;-“Ti si è scucito il maglione?, ripeti non ti sento bene!”;-“Mi…dfgtg....one…ina…gnic gnic…shhhhhhh”; -“Pronto Pie non ti sento…pronto!…pronto!….”;Mi allontano un pò e riprovo:-“Pronto Pippi…mi senti…”;-“Eia ti sento, dovete prendere il secondo o il terzo canalone, non mi ricordo bene, poi scendere in una pietraia vicino ad una parete verticale, li vedrete una specie di terrazzino alberato, salite e c’è l’ingresso della grotta;- “Va be, proviamo poi ti faccio sapere”;-“Eia, se hai problemi richiama, ciao.”;  Il “non mi ricordo bene” mi destava qualche sospetto. Torno dai compagni raminghi e con sguardi in attesa di una risposta risolutiva del tipo “Habemus Papam” pronunciano in coro:-“Che ti disse?”;-“Eeehmmm… dobbiamo proseguire, saliamo per di là e forse dall’altra parte troviamo la pietraia e più in basso un terrazzino alberato. Ci siamo quasi”;-“Proviamoci, anche se è già un po’ tardi!”   Continuiamo così il nostro cammino salendo sulla seconda cresta. Ci affacciamo ma niente parete verticale o pietraia.  -“Bo, ma allora è più avanti…ma non c’è più tempo!; Ci giriamo guardando il canalone da cui provenivamo e osservando una parete ci autoconvinciamo che la grotta era sotto un costone davanti a noi e che tutti gli elementi della descrizione di Pippi coincidevano:-“La parete c’è, anche se non è molto alta, la pietraia…dai… c’è, il terrazzino con qualche albero c’è, dietro si vede un buco…dai che è quella, aiò torniamo indietro…Pippi si è confuso”.  Si si, è proprio così! Quando un gruppo di persone vuole vedere una statua che piange sangue stai a vedere che qualcosa di assurdo succede! E’ il delirio collettivo che ci frega sempre! Chissà cosa direbbero gli UFI se atterrassero veramente a Buchi Arta in momenti tipo questi! “Pogaridadi!” .Bene, convintissimi di aver visto la grotta ci dirigiamo sul posto. Il terrazzino è liscio come una bottiglia e non ci sono appigli neanche a pagare. Qui ci sarebbe voluto Riky, espertissimo di paretistica, ma lui non c’era e in questi momenti si fa quel che si può.Ale si arrampica da una parte, io scavo da un’altra, Antonio bussa sulla parete per vedere se è piena e le ragazze abbarbicate su un altro terrazzino alberato recitano parole in sanscrito affinché si apra un varco nella roccia.Niente, nulla, nada…. “Ma prima un buco c’era! E si, uno c’è, ma è dieci metri più in alto!...orca vacca!“.Notiamo che in prossimità di un’apertura ci sono dei tronchi d’albero che forse un tempo potevano essere usati per raggiungere l’ipotetica grotta.“Allora l’abbiamo trovata! E non siamo noi che non abbiamo capito una mazza!”. “La grotta è lì ma non è colpa nostra se non si può salire… vero?”  Tutti contenti della scoperta iniziamo a ripercorrere la via del ritorno. Ovviamente non passiamo per la stessa strada dell’andata, perché è sempre bello complicarsi la vita. Altro che ottagono di Salimbeni. Questa fu comunque l’occasione per una crescita culturale di massa: troviamo una vasca d’acqua colma di esserini strani che si muovevano in maniera alquanto disordinata e senza senso, un po’ come noi da quelle parti. La biologa Giovanna li osserva attentamente e li classifica. A noi altri non resta che prendere tutto per buono. Dopo la parentesi biologica ritorniamo sui nostri passi. Al cuile conosciamo il pastore Antonio che ci chiede dove eravamo stati. A quella domanda, tutti baldanzosi, diciamo che stavamo cercando Sos Sirios e che pensavamo di averla trovata perché ….bla bla bla.Finita la descrizione il pastore ci guarda e fa:“-Lo volete un goccetto?”  Ho capito che per descrivere la nostra dabbenaggine gli occorreva molto tempo e che nel mentre conveniva prendersela comoda con un po’ di vinello e filuverru. Noi non disdegniamo.Svuotata la bottiglia del buon vino e con una discreta quantità di alcol in corpo capiamo, tutto sommato, che eravamo ben lontani da Sos Sirios. Ed infine, per girare il dito nella piaga, l’indigeno pronuncia ‘ste crudeli parole: -“Strano che non l’abbiate trovata! Nessuno ha mai avuto problemi! E’ molto semplice!”  Come è umano lei, signor pastore! E va bè, dopo le mazzate della serata torniamo al campo dove ci attendono Ziu Caredda, Ziu Jack, Daniela e Melissa. Prepariamo le tende e ci consoliamo con un’abbondante razione di carne e formaggio annaffiate con vino e birra.Malgrado tutto è stata una serata divertente e ricca di paesaggi mozzafiato che da quelle parti certamente non mancano mai! Il giorno dopo ci attendeva Codula Fuili, questa l’abbiamo trovata senza problemi!P.S.: AZC (A Ziu Caredda). Sos Sirios no bene, pastore crudele ride di noi ma vino buono. Codula ok. Salviette alla camomilla vomitevoli.  Da quelle parti qualche tempo dopo
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