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SU PASSU MALU NO

4 min di lettura

SU PASSU MALU NO…31 dicembre 2008

Il tutto comincia in una soleggiata e ventosa giornata d’inizio estate 2008, quando un gruppo di impavidi camminatori decide di partire da Anulù verso un avventuroso viaggio alla scoperta delle montagne di Seui.

La mission del gruppo è chiara, stabilita: trovare Su Passu Malu!

Si tratta di un bellissimo trekking  attraverso la foresta del Montarbu. Lungo un sentiero che ripercorre l’antica via dei carbonai si arriva ai Tonneri (formazioni geologiche che interessano un vasto territorio compreso tra il Flumendosa ed il confine meridionale dell'Ogliastra). Paesaggi spettacolari circondano chi si avventura per quelle montagne, si respira aria di vita, tutto è movimento, leggerezza, suoni e rumori della natura.

Sicuramente la parte più interessante e emozionante  è la cengia del Tonneri, in modo particolare il tratto più conosciuto è quello denominato Su Passu Malu, un tantino pericoloso perché oltre a essere stretto stretto, è anche moooolto esposto J.

Pieni di fiducia e grandi speranze  Antonio, Aldo, Antonella, Cristiana, Giuliano, Marina, Marinella e Roberto iniziano il loro arduo cammino, carichi di incertezze e carte topo

grafiche (ahiò che ce la possiamo fare :)).

 

Ma dopo ore e ore di instancabile ricerca son costretti a tornare indietro a bocca asciutta. Il solco del fallimento lasciato nei cuori dei nostri animi coraggiosi è così profondo che si torna indietro con la promessa di ripetere l’escursione, stavolta per non fallire (poveri illusi IHIHIHIH!!!!).

 E si arriva dopo ben sei mesi al 31 dicembre 2008.

 Si parte all’alba (molto all’alba L) da Cagliari, per festeggiare il capodanno a Seui, ma mentre tutto il resto del gruppo opta per il trasferimento serale, i nostri eroi decidono di andare un po’ prima (un po’…) per ripetere la loro gloriosa impresa, stavolta fermamente intenzionati a trionfare (eccertuuu!).

Si arriva a destinazione verso le 10 del mattino,  mentre Antonio, Jenny e Cristiana restano in sosta, Carlo, Giuliano, Paolo D e Paolo M trasferiscono le macchine al punto d’arrivo per averle lì già pronte.

Intanto i poveri disperati che attendono per ben più di 40 minuti il ritorno dei compagni, al freddo e al gelo, banchettano con pane, nutella e formaggio (per non farsi mancare niente).

Finalmente verso le 11 si parte (o era più tardi???), si inizia a percorrere il sentiero tracciato sino al ”grande albero”, un enorme leccio chiamato “s’ilisci ‘e canali” (ma si scriverà così?Boh!) poi da lì si segue una recinzione e ci si dirige verso la sommità della montagna (indicazioni precise e dettagliate J, mò arrivateci voi ihihihih).

E’ una gelida giornata d’inverno, tra l’altro carica di nebbia, la vista è decisamente limitata, e i nostri procedono a tentoni lungo la via. Si tratta solo di trovare l’attacco della cengia, poi il più è fatto, il percorso è guidato e obbligato sino alla fine (bé si potrebbero anche fare delle deviazioni una volta raggiunto lo stretto “viottolo”, ma solo “ a volo d’angelo” J visto che c’è un notevole dislivello a strapiombo, AIUUUUT!!) e all’arrivo, le macchinette già pronte per tornare al rifugio e festeggiare con la gioia del trionfo il nuovo anno ( e baff… al 2008).Ma così non è, anche stavolta la via è incerta, i dubbi tanti, ci si mette un limite d’orario per proseguire la ricerca e evitare di essere sorpresi dal buio, si gira a vuoto per i sentieri, si cerca una minima traccia, un qualcosa che faccia capire che l'attacco è vicino, non si possono neanche individuare punti di riferimento perchè intorno tutto è grigio, l'aria densa non permette nemmeno di ammirare l'immenso panorama da cartolina.

Si continua a camminare con l’entusiasmo e la foga che a poco a poco abbandonano il gruppo, e alla fine, alle tre e mezza, si è costretti a rientrare.

I giovani SPECUS però non si scoraggiano mai, tornati al grande albero, stanchi e silenziosi, decidono di rifocillarsi con un lauto pasto. L’ingegno certo non manca ed ecco che viene creato il panino SU PASSU MALU NO.

La ricetta è molto semplice: prendete del pane di patate che non è di patate, metteteci dentro guanciale, provola affumicata, salsiccia secca e noci, e gustatelo “ a bucca prena”, contornatelo con una buona birra e il gioco è fatto. L’atmosfera si rallegra, i pancini sono pieni e la speranza del trionfo si riaccende nel cuore dei nostri eroi. Con l’arrivo del bel tempo andranno nuovamente alla ricerca del “Su Passu malu” perduto... per avere la meglio di sicuro (eppperforza acciderbolina VINCEREMO)

E in ricordo di questa meravigliosa giornata, un po’ buia, un po’ spettrale, ma passata a far quello che più ci piace ( andai a giru J), vi schiaffo questa poesia scritta di getto guardando questa foto e le non ben chiare gocce di rugiada sospese tra i rami dell’ albero (diciamo che ci ho provato, ma le goccioline si vedono solo poco poco)….

Silenzio

 

 È un silenzio profondo quello che sento dentro
Il silenzio di mille gocce di rugiada che cadono sulle foglie secche
Il silenzio dei miei passi su un sentiero di montagna
Il silenzio dell’acqua mossa solo dalle mie mani
Il silenzio di un respiro agitato dall’emozione
E’ questo silenzio che mi avvolge ora
Pieno di tanti piccoli rumori
Pieno di fragili aliti di vento che si disperdono nell’aria
Ricolmo di innumerevoli attimi di vita, speranza
E’ quel silenzio che mi ricorda quant’è bello esistere
Anche quando mi sembra di non esserci più 

Crici

Ciau a tutti i campioni SPECUS J

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