Relazione su Su Mannau
Uscita giugno 2011
Su Mannau si trova in territorio di Fluminimaggiore, a pochi kilometri dal Tempio di Antas, importante per il suo utilizzo cultuale e perché si venerava il dio Sardus Pater Babai.
Anche la grotta, collegata al tempio da un antica strada romana, ebbe un utilizzo cultuale, infatti poco oltre l’ingresso è presente la cosiddetta Sala Archeologica, ricca di materiale ceramico. L’utilizzo documentato si ha dall’eneolitico sino al periodo tardo punico e romano (2.400 a. C. – III/IV sec d. C.).
Su Mannau è stata oggetto nel tempo di varie ricerche esplorative, anche a livello speleo subacqueo.
La storia delle esplorazioni di Su Mannau è abbastanza remota.
Le prime, sono degli anni ’30 con la discesa dell’ing. Rodriguez in un pozzo di 23 mt.
Venne poi esplorata nel 1962 dal Clan Speleologico Iglesiente, aiutato in seguito dal Gruppo Speleologico Piemontese.
Nel 1967 con il Gruppo Speleologico Bolognese si raggiunge il lago e il salone Ribaldone.
Nel 1968 si arriva alla sala vergine.
Dal 1970 al 1976 esplora lo SCC.
Nel 1981 lo SCC sfonda lo pseudo sifone oltre la sala vergine.
Nel 1982 si scoprono la sala della strettoia, la sala dell’urlo e la sala delle vaschette. Il ramo dell’infinito.
Nel 1987 si arriva al sifone di valle del placido.
Nel 1992 si scopre la sala delle perle.
Nel 1994 ambienti a monte della sala degli abeti.
Nel 1996 Speleum e GGF scoprono oltre il fiume placido, il salone con altezze da 80 mt.
Questa grotta, originatasi nei calcari cambrici, si è formata principalmente grazie all’apporto idrico di due fiumi, il ramo di destra è infatti originato dal Fiume Rapido, il ramo di sinistra è invece originato dal Fiume Placido, per uno sviluppo totale di circa 8 km.
Ha la particolarità di essere l’unica grotta in Sardegna che permette di andare oltre la parte turistica anche ai meno esperti.
Geologicamente documenta le varie fasi di formazione carsica dalla freatica, all’epifreatica, alla vadosa.
Notevoli le forme di concrezionamento: stalattiti, stalagmiti, aragoniti, cristallizzazioni di calciti, cannule, eccentriche, colonne.
A Su Mannau è documentato anche il Birdbath. Si tratta di una figura concrezionale per precipitazione interstiziale, ovvero protuberanze che si formano in argille e ossidi cementati da un precipitato di carbonato di calcio. Sono di due tipi: svasato e tubolare composti da fusto e vasca cioè una concavità più o meno accentuata.
Ancora si ritrovano scallops, nicchie di dissoluzione a pieno carico, baldacchini.
Relativamente alla biospeleologia l'interno della cavità di "Su Mannau" offre un campionario faunistico limitato ma peculiare e molto interessante: lo Stenasellus Nuragicus, un isopode risalente al Miocene, è un piccolo crostaceo endemico della grotta; il Callipsus Hamuliger, un diplopode; il Rhinolophus, un chirottero.
Lo speleomantes genei e lo speleomantes imperialis.
Relativamente alla progressione all’interno della grotta, sono presenti diversi percorsi.
Il ramo turistico infatti e facilmente percorribile senza alcun tipo di attrezzatura. Le passerelle sono costruite in acciaio trattato con lo zinco per impedire il formarsi della ruggine, inoltre il tutto è semplicemente appoggiato alle rocce e fissato con bullonature ed in qualunque momento possono essere smontate e trasportate all'esterno per una eventuale manutenzione. Il percorso inizia con la sala archeologia, si dirige poi verso la sala centrale, punto da cui si dipartano i due rami. Interessanti i laghetti dove vive lo Stenasellus Nuragicus.
Si prosegue poi attraverso la galleria Puddu, seguita poi dalla galleria per pozzo Rodriguez e infine Pozzo Rodriguez.
Il percorso speleologico è invece in parte attrezzato anche per i meno esperti. Si possono seguire vari itinerari per lo più tutti già armati. Si necessita comunque l’utilizzo di attrezzatura completa a seconda del percorso che si vuole seguire.
Itinerari consigliati:
Sino alla sala del sonno, dal Ramo di Destra, si raggiunge la Sala del Sonno ed il lago Pensile con la possibilità di arrivare alla sala delle Pisoliti. Circa 3 ore.
Sino a Pozzo Rodriguez, attraverso il passaggio Gonnos, sempre dal ramo di destra, si arriva al Campo e si prosegue per il Fiume Placido. Circa 2 ore.
Sino al salone Ribaldone, alto 157 m, oltre il lago pensile. Circa 5 ore.
Sino alla Sala vergine, la "perla"di Su Mannau, ricca di concrezioni aragonitiche e colate. Si trova oltre il Ribaldone, attraversando la grande frana e la sala bianca. Circa 7 ore.
Oltre si procede per lo pseudosifone, sino alla sala bizzarra e al salone degli abeti. Dopo la sala vergine, il percorso non è più attrezzato. I ragazzi del GGF possono sempre dare in qualunque momento consigli su eventuali corde e/o attrezzatura d’armo da portare. Io non posso perché non sono mai andata oltre la sala vergine.
Il percorso è già armato anche per la sala Serra.
Nel caso di questa escursione, abbiamo effettuato il secondo percorso che ci ha permesso di camminare lungo il letto del Fiume Placido. Molto semplice e totalmente attrezzato, ha un unico punto che potrebbe mettere in difficoltà i meno esperti: il passaggio Gonnos infatti è una stretta apertura che dà direttamente sul vuoto. Si poggiano i piedi su una scaletta metallica, ma per i primi passi non c’è possibilità di piegare le ginocchia, pertanto senza avere la visibilità, e in mancanza di appoggio, si devono trovare a tentoni i primi gradini. Bellissimo però il salone successivo con enormi vele concrezionate.
In questo tratto dovrebbe passare il futuro ramo turistico.
Si consiglia sempre attrezzatura completa benché non sia sempre necessaria.
Cristiana Cilla