sono aperte le iscrizioni al
30° Corso di introduzione alla Speleologia

Ci divertiamo ad esplorare il buio, ma non solo...

Il CSI "Specus" rappresenta un esempio virtuoso e degno di speciale encomio del coinvolgimento fattivo della società civile nei processi di ricerca, studio e valorizzazione del patrimonio storico naturalistico italiano, portati avanti a fianco e talvolta perfino in supplenza degli organismi pubblici a ciò ufficialmente preposti ma, a volte, non sufficientemente attrezzati.

Sì, perché la speleologia è attività delicata, difficile, che non può esercitarsi all’insegna dell’improvvisazione ma, al contrario, soltanto dopo aver conseguito una severa e complessa preparazione tecnico-pratica.

Compito preminente e fondamentale, per questo, è stato sempre e fin da subito quello di formare i nuovi aspiranti speleologi, onere tutt’altro che semplice, organizzando corsi approfonditi nei quali istruttori qualificati insegnassero tutto ciò che è necessario sapere per poter percorrere in sicurezza i sentieri del buio sotto i cieli di pietra.

Testo estratto dal libro “Trent’anni sotto sopra”
(libro pubblicato in occasione dei 30 anni dalla fondazione del gruppo CSI Specus)

Salimba Docet

Calarsi nel vuoto appesi ad una corda di soli 10 mm di diametro è tutt’altro che scontato e per molti, pura follia. La prospettiva cambia se si conosce bene quel che si fa e perché, con i dovuti accorgimenti, si può stare tranquilli in tale condizione senza rischiare l’osso del collo. Lo studio approfondito di ciò che rende sicuro un tassello infisso in una roccia, un nodo o un moschettone, consente di maturare la ragionevole consapevolezza che la speleologia non è molto più pericolosa del prendere un aereo.



Per approfondire tali argomenti vi invitiamo a consultare il sito di Paolo Salimbeni

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